Concertclassic

4° Festival L'Esprit du Piano di Bordeaux - Pianoforte poeta

Solo la poesia guida un interprete che sfrutta tutte le risorse espressive del pianoforte moderno. Una scelta tuttavia che non nuoce mai alla chiarezza polifonica e non porta a nessuna esagerazione, nessuna sottolineatura fuori luogo. Un'arte suprema…...Meraviglioso viaggio anche quello che affrontiamo il giorno successivo con Pietro De Maria. Dopo un lungo periodo dedicato a Chopin (un'integrale monumentale è stata realizzata per la Decca italiana), l’artista italiano risale « alla fonte » con Bach e il suo Clavicembalo ben temperato di cui ha eseguito il Primo Libro. Dal Preludio in do maggiore mormorato con una calma che irretisce – come fosse la nascita di un mondo - fino alla vasta fuga in si minore BWV 869, si rimane affascinati dalla totale maestria con la quale il pianista percorre i ventiquattro episodi della raccolta. De Maria procede più a un approfondimento che a una estremizzazione del carattere di ciascuno. Solo la poesia guida un interprete che sfrutta tutte le risorse espressive del pianoforte moderno. Una scelta tuttavia che non nuoce mai alla chiarezza polifonica e non porta a nessuna esagerazione, nessuna sottolineatura fuori luogo. Un'arte suprema… Inutile aggiungere che aspettiamo con impazienza il momento in cui Pietro De Maria deciderà di affidare al disco un Bach umile e profondamente personale allo stesso tempo.


Solo la poesia guida un interprete che sfrutta tutte le risorse espressive del pianoforte moderno. Una scelta tuttavia che non nuoce mai alla chiarezza polifonica e non porta a nessuna esagerazione, nessuna sottolineatura fuori luogo. Un'arte suprema…...Meraviglioso viaggio anche quello che affrontiamo il giorno successivo con Pietro De Maria. Dopo un lungo periodo dedicato a Chopin (un'integrale monumentale è stata realizzata per la Decca italiana), l’artista italiano risale « alla fonte » con Bach e il suo Clavicembalo ben temperato di cui ha eseguito il Primo Libro. Dal Preludio in do maggiore mormorato con una calma che irretisce – come fosse la nascita di un mondo - fino alla vasta fuga in si minore BWV 869, si rimane affascinati dalla totale maestria con la quale il pianista percorre i ventiquattro episodi della raccolta. De Maria procede più a un approfondimento che a una estremizzazione del carattere di ciascuno. Solo la poesia guida un interprete che sfrutta tutte le risorse espressive del pianoforte moderno. Una scelta tuttavia che non nuoce mai alla chiarezza polifonica e non porta a nessuna esagerazione, nessuna sottolineatura fuori luogo. Un'arte suprema… Inutile aggiungere che aspettiamo con impazienza il momento in cui Pietro De Maria deciderà di affidare al disco un Bach umile e profondamente personale allo stesso tempo.

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