Classic Voice

Chopin: Mazurche - Pietro De Maria

"...il completamento di un viaggio emozionante che era iniziato 5 anni fa con una prestigiosa incisione degli Studi..."A memoria d’uomo non penso che esista una integrale discografica delle opere di Chopin affidata da una importante casa discografica a un pianista italiano. Sia la Decca che De Maria hanno mantenuto le promesse e ci troviamo oggi in possesso di un voluminoso patrimonio di indubbio valore artistico, il completamento di un viaggio emozionante che era iniziato cinque anni fa con una prestigiosa incisione degli Studi. Sappiamo bene quanto le Mazurke rappresentino un luogo tra i più complessi da affrontare, tanti sono i parametri che l’interprete deve tener presente per una corretta esecuzione. Nel caso di una registrazione integrale occorre poi operare una scelta fondamentale “di genere” che porta quasi sempre a non calcare la mano sulle pur presenti differenze stilistiche tra i lavori giovanili e quelli della maturità per giungere a una visione complessiva che illustra appunto il significato più intimo e allo stesso tempo universale di queste danze, quasi un diario personale del musicista. De Maria in questo segue una linea storica rappresentata dalle tre integrali incise da Rubinstein, linea dalla quale pochi altri interpreti si erano discostati (e pensiamo in questo caso all’intelligentissima e insolita lettura di Ashkenazy). Il terzo cd del cofanetto Decca è dedicato ad altre pietre miliari del percorso creativo chopiniano, e ho particolarmente ammirato la equilibrata e poetica definizione della Fantasia op. 49, uno dei momenti più complessi dell’intera opera sua, e le brillanti e intense letture dei tre Rondò op. 1, 5, 16 e del negletto Bolero. Non avrei incluso nel novero delle composizioni da incidere il Rondò in do maggiore (1828) nella versione per piano solo, pubblicato postumo da Fontana nel 1858 nella giustamente più nota realizzazione dell’autore per due pianoforti, assai più ricca di effetti che giustificano l’ispirazione salottiera del pezzo.

Luca Chierici, Classic Voice, marzo 2012


"...il completamento di un viaggio emozionante che era iniziato 5 anni fa con una prestigiosa incisione degli Studi..."A memoria d’uomo non penso che esista una integrale discografica delle opere di Chopin affidata da una importante casa discografica a un pianista italiano. Sia la Decca che De Maria hanno mantenuto le promesse e ci troviamo oggi in possesso di un voluminoso patrimonio di indubbio valore artistico, il completamento di un viaggio emozionante che era iniziato cinque anni fa con una prestigiosa incisione degli Studi. Sappiamo bene quanto le Mazurke rappresentino un luogo tra i più complessi da affrontare, tanti sono i parametri che l’interprete deve tener presente per una corretta esecuzione. Nel caso di una registrazione integrale occorre poi operare una scelta fondamentale “di genere” che porta quasi sempre a non calcare la mano sulle pur presenti differenze stilistiche tra i lavori giovanili e quelli della maturità per giungere a una visione complessiva che illustra appunto il significato più intimo e allo stesso tempo universale di queste danze, quasi un diario personale del musicista. De Maria in questo segue una linea storica rappresentata dalle tre integrali incise da Rubinstein, linea dalla quale pochi altri interpreti si erano discostati (e pensiamo in questo caso all’intelligentissima e insolita lettura di Ashkenazy). Il terzo cd del cofanetto Decca è dedicato ad altre pietre miliari del percorso creativo chopiniano, e ho particolarmente ammirato la equilibrata e poetica definizione della Fantasia op. 49, uno dei momenti più complessi dell’intera opera sua, e le brillanti e intense letture dei tre Rondò op. 1, 5, 16 e del negletto Bolero. Non avrei incluso nel novero delle composizioni da incidere il Rondò in do maggiore (1828) nella versione per piano solo, pubblicato postumo da Fontana nel 1858 nella giustamente più nota realizzazione dell’autore per due pianoforti, assai più ricca di effetti che giustificano l’ispirazione salottiera del pezzo.

Luca Chierici, Classic Voice, marzo 2012

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